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Esplora il mondo dell'implantologia Orale

L’impianto dentale è realizzato con un materiale testato e certificato, il TITANIO, in grado di sostituire un dente mancante in modo che non si senta la differenza con i denti naturali. Sono denti fissi con forma, colore e funzionalità totalmente simili ai denti persi. Tramite gli impianti è possibile sostuire uno o più elementi fino ad una arcata dentale completa. In questo documento troverai tutte le informazioni aggiornate e complete sugli impianti dentali e sulle loro caratteristiche,  uso, costi etc. Nel caso mancassero informazioni importanti,  ti prego di comunicarcelo così da poter aggiornare questo testo. Ti ringraziamo per l’interesse.

IMPIANTO DENTALE

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L'Impianto Dentale

Dopo l’estrazione dei denti, l’osso alveolare, che circonda le radici, tende a riassorbirsi, diminuendo di volume, sia in altezza che in larghezza.  Purtroppo, nelle vicinanze delle radici, si trovano strutture anatomiche delicate che limitano la possibilità di inserire impianti, per evitare danneggiarle. Per questo motivo, a volte non c’è osso sufficiente per poter inserire impianti di dimensioni adeguate a sostenere le forze della masticazione. 

In questo caso, può essere necessario ricorrere a innesti ossei di vario tipo con diverse tecniche e diversi materiali da innesto.

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Le superfici implantari e l'osteointegrazione.

Il titanio ha la capacità di interagire con le cellule ossee permettendo a queste di depositare la sostanza calcificata ossea direttamente sulla sua superficie.

Anni di studi e ricerche hanno permesso di comprendere più a fondo questi fenomeni biologici.  I ricercatori hanno scoperto che, modificando le caratteristiche morfologiche delle superfici di titanio è possibile ottenere una maggiore quantità di deposizione di osso sulla superficie stessa permettendo di avere una migliore tenuta dell'impianto nell'osso. Inoltre questo fenomeno permette anche di accelerare la velocità con cui il nuovo osso viene depositato sulla superficie del titanio, accelerando così i tempi di guarigione.

Questi studi hanno permesso di migliorare le caratteristiche degli impianti moderni facilitando la possibilità di ottenere un incremento delle percentuali di successo degli impianti anche laddove la qualità ossea è scadente e le capacità rigenerative del paziente sono meno efficienti. ha permesso inoltre di migliorare la possibilità di applicare la protesi in tempi rapidi, grazie al fattore di accelerazione della guarigione ossea.​

Mentre in passato era necessario attendere anche 6 mesi, prima dell'applicazione del carico masticatorio, oggi possiamo ridurre i tempi di guarigione a 2-3 mesi, o anche a zero.

SUPERFICIE IN TITANIO DI UN IMPIANTO DENTALE
IMPIANTO DENTALE SEZIONE AL MICROSCOPIO

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Cenni Storici

L'implantologia ha visto diversi periodi storici, il primo dei quali è nato proprio in Italia da parte di alcuni n pionieri. In quel periodo, databile fra gli anni 60 e 70 del 900, gli impianti erano composti di un solo pezzo (monofasici) per cui la protesi veniva applicata subito.  Inoltre le misure di sterilità chirurgica e l'attenzione ai materiali ed alla loro lavorazione non era così accurata come oggi. Inoltre, la mancanza di un metodo analitico statistico di valutazione dei risultati non ha permesso di ottenere dati certi sulle tecniche di implantologia. Per questi motivi, il successo clinico in quei tempi non era così elevato come oggi e soprattutto non era prevedibile, ma era affidato all'esperienza ed abilità del clinico.

A metà degli anni 80 un gruppo di svedesi ha portato a conoscenza della comunità scientifica in risultati di 20 anni di studi su una nuova tecnica che prevedeva un periodo di guarigione senza applicazione della protesi dentale sugli impianti,  con risultati estremamente positivi (94-97%) di successi a lungo termine. Gli impianti infatti erano costtuiiti di 2 parti: una sepolta nell'osso durante il periodo di guarigione (l'impianto propriamente detto) ed una componente da applicare successivamente, che attraversa lo gengiva (moncone o abutment),  da applicare dopo il periodo di guarigione di 4-6 mesi. Questo periodo di guarigione fu denominato di "Osteointegrazione" per il fatto che l'osso poteva crescere direttamente in contatto con la superficie del titanio determinandone la stabilità a lungo termine, anche sottoposto a carico masticatorio.  Questo processo è simile al periodo di guarigione richiesto dalla guarigione delle fratture, quando l'arto fratturato viene immobilizzato attraverso vari tipi di apparecchi come l'ingessatura o le placche o viti da osteosintesi.

Solo 20 anni dopo, si è compreso che è possibile applicare i denti anche immediatamente ed ottenere l'Osteintegrazione, qualora alcune condizioni cliniche di stabilità primaria siano ottenibili.

Ciò ha permesso di esplorare nuove possibilità terapeutiche come i denti fissi in poche ore, All-on-four, All-on-six. Purtroppo in molti casi è ancora necessario attendere alcuni mesi di guarigione prima di applicare i denti, poiché la stabilità degli impianti appena inseriti (stabilità primaria) non è sufficiente a permettere la formazione di nuovo osso sulla loro superficie, determinandone un alto rischio di fallimento. 

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Qual è la procedura?

Le fasi di lavoro possono variare in base al piano terapeutico previsto, ma possiamo per semplicità distinguere tre momenti fondamentali:

  1. Diagnosi e Pianificazione

  2. Inserimento dell'impianto 

  3. Realizzazione dei denti protesici

 

  • FASE 1:  Diagnosi e Pianificazione.

In questa prima fase il dottore dovrà eseguire una serie di esami per verificare le dimensioni e la qualità della base in cui si dovrà inserire la vite. Si dovrà anche valutare le condizioni di tutta la bocca per pianificare e progettare il o i denti da realizzare.

Questa fase è fondamentale per la buona riuscita a lungo termine del lavoro protesico.

Le moderne tecnologie permettono di misurare con precisione le dimensioni dell'osso ed il tipo di protesi da realizzare. 

FASE 2 Inserimento dell’impianto

Dopo un'accurata diagnosi e pianificazione il dottore procederà con l'inserimento dell'impianto, tramite un piccolo intervento. L’anestesia locale ed una eventuale sedazione cosciente (nel caso si abbia un po' troppa paura) rendono l’intervento del tutto indolore ed in alcuni casi senza la necessità di incidere la gengiva o di applicare dei punti di sutura. 

In alcuni casi, grazie alle più moderne tecnologie,  non è nemmeno necessario praticare il foro nell’osso con il trapano,  perché ci sono impianti che si avvitano senza forare. 

In altri casi è necessaria l’incisione della gengiva per poter praticare il foro nell’osso nel quale inserire la vite di titanio. 

Tutto questo viene eseguito in totale sterilità ed in maniera atraumatica per favorire il processo di guarigione dell’osso, che nel caso degli impianti è stato denominato “Osteointegrazione”. Questo processo biologico è simile a quello che avviene durante la guarigione delle fratture ossee e richiede un certo tempo, solitamente di alcuni mesi. 

In questo periodo gli impianti vengono solitamente sepolti al di sotto della gengiva,  in modo che l'osso in guarigione non possa essere infettato dai batteri presenti nel cavo orale che potrebbero disturbare la formazione del callo osseo.  

In questo periodo, il miracolo naturale della guarigione ossea farà in modo che le cellule ossee costruiscano dei piccoli ponti di nuovo osso fra l'osso circostante e l'impianto di titanio che, per questo motivo, viene definito “osteofilo”. Durante questo primo periodo gli impianti non dovrebbero essere caricati con la masticazione, per permettere una guarigione a riposo, come durante l'ingessatura di una frattura. Questo perché il possibile movimento provocato dalla masticazione impedirebbe la formazione dei ponti di osso. 

Dopo la fase di formazione dei primi ponti ossei (detta callo osseo provvisorio”) che dura circa un mese, inizierà la fase biologica del rimodellamento osseo, la cui funzione consiste nel riportare l'osso nuovo nelle condizioni di poter sopportare il carico masticatorio come  nei denti naturali.  Questa fase dura dai 3 ai 6 mesi.  In questo periodo, gli impianti possono sopportare una funzione masticatoria controllata e ridotta (carico progressivo) che può essere paragonato alla fase di riabilitazione dopo la rimozione del gesso.

FASE 3. Realizzazione dei denti protesici

Dopo la scopertura dell'impianto sepolto, inizia la fase della cosiddetta “protesizzazione”.

Questo prevede

  1.  la presa dell’impronta preliminare per la realizzazione dei denti provvisori, che possono anche svolgere una funzione di riabilitazione per l'osso che si è formato intorno all'impianto. 

  2. Posizionamento della protesi provvisoria realizzata dal laboratorio sull'impronta preliminare

  3. Rilevamento dell’impronta definitiva

  4. Prova della protesi definitiva

  5. Posizionamento della protesi definitiva

  6. Follow-up: cioè controllo e manutenzione programmata,  indispensabile per la durata a lungo termine.​​

IMPIANTO DENTALE diagnosi con CBCT
SALA CHIURURGICA DURANTE IL POSIZIONAMENTO DI UN IMPIANTO DENTALE
IMPIANTO ED ABUTMENT E CORONA CERAMICA
Designed by Freepik, ARTICOLATORE DI UN CASO DI RIABILITAZIONE DI IMPIANTO DENTALE

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Durata del lavoro e numero di appuntamenti

Nel caso di applicazione ritardata dei denti, il periodo di attesa può variare da 2 a 6 mesi,  mentre nel caso di carico immediato il periodo di attesa dipende dal tempo di lavorazione del laboratorio odontotecnico, che può variare da alcune ore ad alcuni giorni.

Anche il numero di sedute varia da 3 a 6 circa. 

Le cose si complicano in caso di scarsità di osso e di necessità di ricorrere agli innesti ossei. In questi casi,  oltre ai tempi di guarigione degli impianti, occorre aggiungere i tempi di maturazione degli innesti.  

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Come Funziona l’Impianto Dentale a Carico Immediato e perché non si devono attendere 6 mesi?

FOTO DI PROTESI DI TORONTO A CARICO IMMEDIATO

Ogni volta che un impianto viene inserito nell’osso, la natura da il via ai processi che portano alla guarigione spontanea e biologica dell’osso che si concluderà con l’integrazione dell’impianto nell'osso, presupposto fondamentale per la durata a lungo termine. Come abbiamo già visto, questo è un processo che richiede diversi mesi, ma che per compiersi correttamente ha bisogno di alcune condizioni fondamentali: stabilità meccanica, presenza una buona vascolarizzazione (nuovi capillari che portano nuovo irrorazione all’oso in via di guarigione), assenza di infezioni.

La stabilità primaria meccanica che rappresenta il presupposto fondamentale per il carico immediato, è correlata a vari fattori quali: quantità e qualità dell’osso residuo, modalità di preparazione del sito implantare, forma e geometria dell’impianto, possibilità di solidarizzare più impianti fra di loro, tipologia della dentatura antagonista ed assenza di parafunzioni.

Se queste condizioni possono essere ottenute e mantenute durante la guarigione, gli impianti riusciranno ad ottenere l’oteointegrazione anche in presenza di una protesi applicata in poche ore, senza il periodo di riposo.

 

Allo scopo di comprendere la fattibilità di questi presupposti biologici fondamentali, il dottore dovrà, quindi, eseguire una serie di esami clinici e radiologici.

In linea di massima, quando è previsto il posizionamento di una protesi fissa completa di tutta l’arcata sostenuta da soli impianti, il carico immediato è più sicuro di quando si deve applicare un impianto singolo o più impianti nei settori posteriori della bocca. Questo per una questione di qualità ossea, che solitamente migliore nei settori anteriori rispetto a quelli posteriori. Anche per una questione di pura biomeccanica è più facile ottenere una sufficiente stabilità primaria qualora si debba riabilitare un’arcata completa rispetto ai casi di denti singoli.

 

Il carico immediato nei settori anteriori è più sicuro di quello nei settori posteriori, dove le forze di masticazione sono maggiori.

 

In linea generale, però gli studi clinici eseguiti in vari centri di ricerca hanno dimostrato che impianti sottoposti a carico masticatorio immediato sono soggetti ad una maggiore percentuale di fallimenti rispetto ad impianti che vengono caricati dopo un periodo di guarigione indisturbata.

PROTESI ALL ON FOUR

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Quanto dura un impianto dentale?

Gli impianti dentali non hanno un termine di durata se non intervengono particolari complicazioni, per cui possono durare una vita. 

La prima possibilità di fallimento può avvenire durante la fase di guarigione, in cui può capitare che l’impianto non riesca ad ottenere l’osteointegrazione, cioè non si incolli all’osso e quindi si sviti spontaneamente al momento dell’applicazione della protesi.

Questo può accedere per infezione del sito o per difetto di guarigione dell’osso. 

Nel caso di infezione, si avranno tutti i segni tipici quali dolore, gonfiore, arrossamento.

Nel caso di difetto di guarigione, non si avranno sintomi fino al momento dell’applicazione della vite di guarigione, quando il dottore, svitando la “cover screw”, noterà che tutto l’impianto si svita.

In questa situazione, si potrà attendere 2-3 mesi di guarigione del sito, e poi rimettere l’impianto con la quasi certezza di successo.

Una recente revisione degli studi scientifici pubblicati sulle riviste mediche specializzate, ha messo in evidenza come il fumo e la parodontite in atto e non trattata, costituiscono dei fattori che comportano un maggior rischio di fallimento.

 

In un un limitato numero di casi, possono capitare complicazioni di vario tipo, dopo l’applicazione della protesi dovute ad

  1. usura

  2. sovraccarico 

  3. infezione secondaria.

 

- Complicanze da usura.

Una delle complicazioni più frequenti dovuta ad usura è lo svitamento  della vite che fissa il moncone all'impianto. In questo caso sarà sufficiente rimuovere la corona dentale per riavviare la vite ed il problema sarà risolto.

La seconda complicazione è ben più seria e consiste nella frattura  dell'impianto stesso.  In questo caso si dovrà procedere alla rimozione dell'impianto stesso, per poterlo poi rimette alcuni mesi dopo la guarigione della ferita.

Un ulteriore complicazione è la rottura dei denti protesici, cui si può facilmente ovviare, rimuovendo le capsule e facendole riparare dal laboratorio odontotecnico in pochi giorni.

 

- Complicanze da sovraccarico

La più frequente complicazione dovuta al sovraccarico è la formazione di un cono di riassorbimento osseo al collo dell'impianto, che si evidenzia tramite un esame radiografico endorale (le piccole lastrine eseguire dal dentista). Se la diagnosi viene fatta in stadi precoci, è sufficiente rimuovere il sovraccarico per risolvere il problema.  Qualora il problema venga identificato troppo tardi si corre il rischio di avere un infezione nella gengiva perimplantare e quindi di perdere l'impianto.  

 

- Complicanze da infezione secondaria

La terza ed ultima complicazione è l'infezione della mucosa che circonda l'impianto. Esattamente come nei denti naturali, anche negli impianti la placca batterica che si accumula nel solco gengivale intorno agli impianti, può provocare una infezione della mucosa che dapprima è superficiale e non interessa l’osso, ma che può nel tempo estendersi alla parte più profonda.

 Nelle prime fasi questa è limitata alla porzione superficiale della mucosa e si manifesta con i classici sintomi della gengivite, rossore, gonfiore, dolenzia e sanguinamento. Sarà sufficiente una terapia di igiene dal dentista ed una maggiore attenzione all'igiene orale quotidiana per risolvere il problema. 

Nel caso questi primi segni vengano trascurati,  l'infezione potrebbe estendersi all'osso e trasformarsi in una perimplantite vera e propria con il rischio di perdita dell'impianto ed anche di perdita di importanti quantità di osso.

Per tutti questi motivi è necessario essere costantemente monitorati dal dottore che ha effettuato l'intervento con intervalli non superiori ai 6 mesi,  tramite una seduta di igiene orale e di controllo e verifica.  

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Quanto costa un impianto?

Il costo di un impianto dipende da vari fattori,  fra i quali:

  1. Numero di impianti da applicare

  2. Numero di denti da sostituire

  3. Numero di interventi da eseguire

  4. Presenza o assenza di osso

  5. Complessità dell'intervento 

  6. Tipologia di protesi da lľapplicare sugli impianti

Per questo il costo di un singolo dente può variare da 1000 a 2000 euro, mentre un arcata completa può costare da 6000 ai 12000 euro. 

Ovviamente c'è la possibilità di ottenere finanziamenti specifici per questi trattamenti con tassi agevolati in modo da rendere il trattamento con denti fissi alla portata di tutti.  Infatti, anche con rate di 100-150 euro al mese tutti possono accedere alla possibilità di buttare via la dentiera e ritornare ad avere i denti come prima di perderli. 

In realtà, l'impatto psicologico di chi passa dalla dentiera mobile si denti fissi è come chi passa dalla sedia a rotelle a camminare con le sue gambe. Ed un guadagno di salute così importante non ha prezzo. 

PONTE DI TRE DENTI FISSI SU IMPIANTI
COSTO DENTI FISSI SU 4 IMPIANTI

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Quanto costa un’arcata completa di denti fissi con impianti?

Paradossalmente, un’intera arcata di denti fissi con impianti può costare come 2 o 3 denti singoli, ma può anche arrivare a costare fino a 20 mila euro.

Questo dipende dal numero di impianti che viene inserito, dal tipo di impianti utilizzati, dal tipo di tecnica e di materiale con cui viene realizzata la protesi e dalla modalità di lavoro del dottore e del tecnico, se è completamente digitale e fatto a macchina, o se è completamente manuale ed artigianale.

Anche la necessità di ricorrere ad interventi di innesti ossei, in caso di atrofia ossea può modificare in maniera importante il costo finale della riabilitazione.  Per esempio, se parliamo di denti fissi completamente in ceramica, senza fori (cioè cementati) con 1 impianto per ogni dente o per ogni 2 denti, con una pianificazione pre-chirurgica digitale e ceramiche lavorate artigianalmente, il costo può variare dai 15 ai 20 mila euro.

Se invece ci riferiamo ad una protesi totalmente in resina, o misto resina, avvitata su 4 impianti, realizzata a macchina allora il costo può abbassarsi fino a 6-7 mila euro.

E’ evidente, che il lavoro del dottore e dell’odontotecnico, nella fase di progettazione e di realizzazione sono estremamente diversi, così come i materiali ed i tempi di lavorazione, e questo ne determina la grande differenza di costi e di valore.

Entrambe i tipi di lavoro sono validi, ma i risultati funzionali ed estetici saranno estremamente diversi.

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Vantaggi degli impianti rispetto alle protesi tradizionali

Le alternative agli impianti sono di 2 tipi:

  1. Protesi fisse

La protesi fissa si può applicare solo quando sono presenti denti naturali anteriormente e posteriormente alla zona edentula.

Le protesi fisse, per poter essere appoggiate ai denti vicini, richiedono la preparazione dell’elemento di appoggio, che consiste in una limatura del dente per asportare la quantità di materiale che verrà sostituita dalla capsula. Questo fatto costituisce un grave danno per il dente d’appoggio, in particolare se questo è sano, poiché viene rimosso lo smalto che rappresenta la parte più resistente del dente alla carie. In caso di infiltrazione di saliva e batteri al disotto della capsula d’appoggio, si crea un serio rischio di carie del dente e quindi di perdita dello stesso, oltre a quelli già mancanti.

Per questi motivi, oggi, si preferisce inserire uno o più impianti in caso di elementi dentali mancanti, per evitare di dover distruggere dei denti sani. 

 

2. Protesi Mobile

Con la protesi mobile è possibile sostituire denti mancanti in qualunque situazione si trovi la bocca.Le protesi mobili sono appoggiate alla mucosa, mentre quelle fisse si appoggiano ai denti residui vicino alla zona edentula.

Le protesi mobili devono essere rimosse per la pulizia dopo i pasti e durante la notte. Hanno la tendenza a muoversi durante la masticazione e fanno leva sui denti di appoggio.

Le protesi mobili sono molto ingombranti e richiedono un certo periodo di tempo di adattamento per poter essere indossate con disinvoltura. Possono indurre stimolo del vomito quando si collocano nell’arcata superiore in vicinanza del palato e tendono a disturbare la lingua quando si parla. Per questo motivo, molte persone che indossano una protesi totale superiore hanno la tipica parlata da dentiera.

Inoltre, in molti casi la dentiera non è stabile e tende a muoversi quando si mangia e quando si parla, con il rischio addirittura di perderla involontariamente durante la masticazione o la fonazione.

Per questo motivo, molte persone si trovano fortemente in imbarazzo e rinunciano alla vita sociale per paura di perdere la dentiera quando sono con amici o parenti.

 

3. Protesi su impianti

La protesi su impianti, che sia uno o più denti, oppure un’arcata completa, ha l’enorme vantaggio di essere fissa. La sensazione riferita da chi indossa una protesi fissa su impianti è quella di tornare a masticare come quando aveva 

tutti i propri denti sani.

La protesi fissa su impianti restituisce anche una funzione fonatoria ed estetica migliore della protesi mobile, per cui molti recuperano la serenità di una vita sociale normale, che prima si credeva di aver perduto.

VANTAGGI DI DENTI FISSI SU IMPIANTI
DOTTORE SPIEGA IL POST INTERVENTO DI IMPLANTOLOGIA

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Cosa devo aspettarmi dopo l’impianto dentale?

Un intervento di posizionamento di un impianto semplice, in cui cioè, non è richiesto innesto osseo, non comporta particolari complicazioni o disturbi, tali da richiedere speciali attenzioni, se non quelle classiche.

Si può avere un lieve fastidio o un piccolo dolore che può essere facilmente controllato attraverso l’assunzione di antidolorifici semplici, come quelli usati di routine in casa per cefalea o influenza.

E’ utile, ma non indispensabile, l’assunzione di antibiotici, per evitare piccole complicanze dovute a banali infezioni da parte dei batteri del cavo orale, che però possono compromettere l’integrazione dell’impianto nell’osso.

Inoltre, si può manifestare un leggero gonfiore per qualche giorno successivo all’intervento, che non richiede particolari terapie. 

Non è necessario rinunciare alla propria attività quotidiana, se non nel giorno stesso dell’intervento, quando è consigliata una moderata attività fisica.

Qualora vengano posizionati dei punti di sutura, sarà necessario fare un certa attenzione alla consistenza del cibo per evitare di disturbare la ferita.

L’utilizzo di collutori specifici a base di Clorexidina è fondamentale per tener pulita la ferita.

Dopo 7 giorni vengono rimossi i punti e si può tornare a mangiare tutto.

E’ importante limitare il fumo nei giorni successivi, per  avere una guarigione più rapida.

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Quali rischi corre chi sceglie l’implantologia?

In linea generale, il posizionamento di un impianto dentale non comporta alcun rischio o conseguenza per la salute a breve od a lungo termine.

Il materiale di cui sono fatti gli impianti dentali è il titanio, che viene oggi utilizzato in diversi campi della medicina come materiale impiantabile, grazie alla sua altissima biocompatibilità ed inerzia biologica.

Viene utilizzato in ortopedia per le protesi ortopediche e per le viti da osteosintesi in caso di traumi.

Viene anche utilizzato in neurochirurgia ed in cardiochirurgia, per il cuore ed i vasi sanguigni.

Si conosce e si utilizza con sicurezza da oltre 50 anni.

 

I rischi legati all’intervento sono quelli comuni a tutti gli interventi, piccoli e grandi. E’ imporante valutare le condizioni generali di salute, l’utilizzo di farmaci specifici per vari tipi di patologie, dove l’odontoiatra si confronterà con lo specialista che ha prescritto la terapia per decidere se è necessario sospendere o meno alcune terapie.

 

Rischi locali possono ricondursi a piccole infezioni dovute ai batteri del cavo orale che si possono risolvere con la terapia antibiotica o, nei casi peggiori, con la rimozione dell’impianto, che potrà essere rimesso dopo alcuni mesi di guarigione, senza costi aggiuntivi.

 

La peggiore complicanza che si possa verificare, è la lesione parziale totale del nervo alveolare inferiore, qualora si posizionino impianti nella mandibola posteriore, in caso di grave atrofia ossea.

Questa potrebbe comportare una perdita della sensibilità dell’emilabbro inferiore totale o parziale, temporanea o permanente.

Per questo, è sempre consigliabile eseguire un esame diagnostico chiamato Cone-Beam-CT, che permette di misurare con accuratezza le dimensioni ossee prima dell’intervento. Nel caso in cui l’osso fosse insufficiente, si dovrà ricorrere ad una terapia di rigenerazione ossea, prima o simultaneamente al posizionamento implantare.

 

Nell’arcata dentale superiore posteriore, un’insufficiente quantità di osso, può richiedere l’innesto osseo nel seno mascellare.

Una complicanza infettiva di questo tipo di intervento può comportare una sinusite, che andrà trattata con antibiotici.

RIFACIMENTO COMPLETA DELLA BOCCA CON DENTI FISSI
INNESTO OSSEO PER IMPLANTOLOGIA

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Quando e perché gli innesti ossei?

Dopo l’estrazione dei denti, l’osso alveolare, che circonda le radici, tende a riassorbirsi, riducendo il proprio volume, sia in altezza che in larghezza.  Purtroppo, nelle vicinanze delle radici, si trovano strutture anatomiche delicate che limitano la possibilità di inserire impianti, onde evitare il rischio di lesioni anatomiche importanti. Per questo motivo, a volte l'osso non è sufficiente per poter inserire impianti di dimensioni adeguate a sostenere le forze della masticazione. 

In questo caso è necessario ricorrere ad innesti ossei di vario tipo con diverse tecniche chirurgiche, più o meno invasive e diversi materiali da innesto osseo.

Tuttavia, gli interventi di innesto, non hanno sempre una buona riuscita e spesso è necessario ripeterli più volte per ottenere la quantità di osso necessario.

Altre volte gli innesti si infettano e richiedono la rimozione completa dell'innesto stesso.

Una revisione sistematica della letteratura medico-scientifica, riporta una percentuale globale di totale o parziale insuccesso delle terapie con innesti di circa il 50%.

Inoltre, a causa della complessità degli interventi di innesto osseo, il decorso post-operatorio è sempre piuttosto complesso, con dolore, gonfiore e necessità di assoluta attenzione all'alimentazione.  La guarigione richiede diversi mesi per la maturazione dell'innesto ed altri mesi per l'osteointegrazione dell'impianto, prima dell'applicazione dei denti artificiali.

Nel frattempo, i pazienti sono spesso costretti ad indossare protesi mobili nelle aree edentule.

Per questi motivi, le nuove tecnologie espansive che permettono di evitare gli innesti, sono la nostra prima scelta, quando necessario.

Biomeccanica Ossea

Foto dello scheletro che mostra le capacità di adattamento dell'osso, in particolare del femore durante uno sforzo di salto

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Che cos'è la
OSSEODENSIFICAZIONE? 

Fra le diverse funzioni biologiche che l'osso svolge nel nostro organismo, quella meccanica rappresenta sicuramente una delle principali.
L'osso ha una struttura architettonica e meccanica diversa a seconda delle zone delle diverse aree dello scheletro. Anche nella stessa zona, si possono trovare strutture ossee di diversa densità a causa della differente funzione biologica cui l'osso deve fare fronte in quel preciso punto.

Questo fenomeno denominato "Biomeccanica Ossea" è studiato dai biologi dell'osso, dagli ortopedici e dagli ingegneri biomeccanici.

Questo ha una diretta relazione con la resistenza meccanica che avrà un impianto dentale inserito in quella struttura. 

Diversi studi hanno dimostrato che impianti dentali inseriti in osso di scarsa densità falliscono molto più di quelli inseriti in osso più denso.

Inoltre, un impianto inserito in un osso di bassa densità raggiunge con difficoltà la stabilità necessaria ad un carico immediato, per cui si dovranno attendere diversi mesi prima di poter  applicare i denti nuovi.

Per far fronte a questa problematica, oltre 15 anni fa è stata sviluppata e studiata una nuova metodica di addensamento dell'osso che permette di ottenere una più elevata densità ossea in zone dove questa è carente attraverso un diverso approccio alla preparazione del sito osseo in cui sarà inserito l'impianto.

Questo prevede l'utilizzo di una speciale strumentazione che invece di asportare l'osso dal sito in cui verrà inserito l'impianto, sposta l'osso lateralmente e verso l'interno in modo da farlo addensare intorno al foro e permettere di ottenere un aumento della densità ossea e della stabilità dell'impianto.

 

Vari studi hanno dimostrato che l'utilizzo di tecniche di addensamento dell'osso possono ridurre il rischio di insuccesso tipico dell'osso di bassa densità.

L'OSSEODENSIFICAZIONE permette di aumentare la densità dell'osso nella zona di impianto e ne aumenta la stabilità primaria, essenziale per il carico immediato.

Come si ottiene l'OSSEODENSIFICAZIONE?

il processo si basa sull'utilizzo di un particolare tipo di frese, inventate e messe a punto negli USA, sottoposte a brevetto internazionale.

La conformazione delle frese ed il fatto che queste girino al contrario rispetto alle frese tradizionali, permette di mantenere l'osso facendo così aumentare la densità ossea.​​​​​

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A cosa serve la
OSSEODENSIFICAZIONE? 

L'OSSEODENSIFICAZIONE permette di ottenere molti vantaggi rispetto alle tecniche di implantologia tradizionali.

1. Come abbiamo già visto, il primo vantaggio è nell'aumento della densità ossea nel sito dove verrà inserito l'impianto.

2. Il secondo vantaggio consiste nell'aumento della stabilità dell'impianto appena inserito che fa aumentare le possibilità di poter caricare l'impianto immediatamente

3. Un altro grande vantaggio dell'osseodensificazione consiste nello spomento dell'osso lateralmente e verso l'apice. Questo fenomeno si è rivelato molto utile quando la quantità di osso non è sufficiente per inserire un impianto tradizionale che ha un diametro minimo di 3.2 millimetri.

Spesso, infatti, le creste ossee edentule, diminuiscono di volume ed un impianto di dimensioni minime non può essere alloggiato nell'osso che risulta essere più stretto dell'impianto. Per questo motivo si deve ricorrere agli innesti ossei che servono ad creare un aumento di volume dell'osso fino alle dimensioni minime di un impianto dentale.

Tuttavia, le terapie di innesto osseo, comportano interventi chirurgici più invasivi e meno prevedibili nei risultati, che allungano i tempi di guarigione e creano più fastidi post-operatori.

Con l'OSSEODENSIFICAZIONE, nella maggior parte dei casi, si può evitare di ricorrere ad innesti ossei, perché questa tecnologia permette di espandere ed allargare l'osso esistente fino alle dimensioni volute, grazie al fenomeno della plasticità ossea.

4. Il quarto vantaggio consiste nel riuscire ad evitare di fare innesti nel seno mascellare, in quanto è possibile sollevare il pavimento del seno in maniere atraumatica attraverso il foro praticato per inserire l'impianto.​ Questo comporta grandi vantaggi in termini di tempo, di spesa e di sofferenze evitate, nonchè di rischi connessi all'intervento di sollevamento per seno mascellare.

Osso Morbido, Osso Duro

Spaccato di mandibola che evidenzia la differenza fra le diverse qualità ossee.

IMPIANTO DRILLESS

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Che cos'è l'implantologia 
Drilless?

Il posizionamento di un impianto dentale prevede la perforazione dell'osso mascellare o mandibolare con delle specifiche punte di trapano al fine di preparare un alloggio che permetta l'alloggiamento della vite. La perforazione viene, solitamente, eseguita attraverso una serie precisa di frese montate sul trapano, che allargano e allungano il foro fino al diametro e profondità corrispondente alle dimensioni dell'impianto selezionato durante l'analisi delle strutture ossee.

Questa procedura, che è solitamente indolore, in quanto eseguita con anestesia locale, ha una certa durata e soprattutto arreca il fastidio legato alla trapanazione dell'osso con il trapano ed asporta una notevole quantità di osso, che in caso di atrofia ossea, può richiedere un successivo innesto osseo.

L'evoluzione della ricerca e della tecnologia, ha permesso di realizzare nuovi impianti dentali che possono essere inseriti, in molti casi, senza ricorrere all'utilizzo di frese e trapanazioni ossee, rendendo l'intervento di posizionamento dell'impianto molto più sopportabile e veloce.

Si tratta di un nuovo brevetto frutto di anni di studi e ricerche che hanno permesso di facilitare tutta la procedura chirurgica implantare.

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